Ulisse – “tanto i gatti se la cavano”

Questa è la storia di un uomo, un micio ed un veterinario.

Siamo a Cesano Maderno, circa un mese fa. Stefano sta raggiungendo l’abitazione di un’amica quando si accorge della presenza di un micio in pessime condizioni lungo la strada. E’ evidentemente malato ma soprattutto è estremamente magro e fa fatica a muoversi. Il tempo di recuperare del cibo, pochi minuti, il micio è a terra, come svenuto, incapace di reagire agli stimoli. Non c’è tempo da perdere ed il gatto è in macchina diretto a Milano presso la clinica Lorenteggio, conosciuta in passato e di cui ci si fida. Il micio viene accolto e visitato con l’attenzione che ognuno di noi vorrebbe per i propri animali, ed immediatamente impostata terapia con fluidi ma le condizioni appaiono subito disastrose. Nonostante tutto questo guerriero dimostra una grinta ed una simpatia che lo rendono irresistibile. Non si parla di denaro, la priorità è recuperarlo a piccolissimi passi ma bisogna fare la scheda sanitaria e c’è bisogno di un nome. Ulisse, senza dubbio. Perfetto per uno che ha sicuramente speso tutte le energie, è ormai uno scheletro bianco e nero ma la tempra di un gigante. Sicuramente un micio domestico, l’impressione dei medici. Affettuoso, cerca il contatto con gli umani, sa come comportarsi. Come può essersi ridotto così? Succede a tanti, tantissimi. Stefano ha bisogno di capire di più e nei giorni successivi torna nel luogo in cui ha incontrato Ulisse, che una casa l’aveva finchè un mese prima è morta la sua proprietaria e nessuno, NESSUNO, familiari, vicini di casa o persone che lo hanno visto letteralmente asciugarsi, sono intervenute in suo aiuto offrendo cibo, riparo o contattando qualche associazione. ZERO. Ulisse ha dato fondo alle riserve di grasso mendicando per un mese e poi è crollato. Nonostante il quadro iniziale non facesse ben sperare, l’equipe del Dott. Gazzini, ha investito tempo ed energia per ridare vita a questo sfortunato ma adorabile scheletrino che ha apprezzato la continuità delle attenzioni, pur portando una flebo alla zampina. Il discorso economico viene affrontato, le spese sono significative e stefano riesce a impostare una raccolta fondi. Il micio gradisce le frequenti visite di Stefano e lo manifesta cercando di prendere le sue mani al di là della gabbia e spesso il Dott. Gazzini si siede davanti a lui per monitorarlo, cercando di capire la sua situazione e confortandolo con la sua presenza, anche di sera rassicurando contemporaneamente anche chi in cuor suo, spera davvero che si arrivi al traguardo.

Un’amica volontaria ci chiede se possiamo fare qualcosa, ha letto questa storia su un giornale. Il micio è in Lombardia, anche qua ci sono situazioni orribili ma facciamo una telefonata, magari possiamo partecipare alla raccolta fondi. Stefano è stupito dal nostro interesse ed ancora molto triste perché una settimana prima, improvvisamente e dopo un miglioramento apparente, Ulisse si è addormentato per sempre.
Cosa possiamo fare? La raccolta fondi ha portato un risultato e la clinica si è fatta carico di parte delle spese
Forse quello che è utile ora, è raccontare ciò che è successo perché le persone possono sempre scegliere se essere parte attiva o spettatori.
Forse questa vicenda si sarebbe conclusa diversamente se tutti coloro che hanno tenuto gli occhi chiusi avessero aperto le braccia che tenevano conserte.
E’ vero però che tanti hanno partecipato generosamente ed Ulisse non è morto da solo, magari rintanato sotto una siepe, ma accudito come un principe da un medico che lo ha messo al centro delle sue attenzioni curando non solo il suo corpo ma anche il suo cuore e ridandogli ciò che altri gli hanno negato, intenzionalmente.
Stefano è stato il tramite, chi ha collaborato il mezzo, noi vogliamo solo dirvi che se OGNUNO fa la propria parte, nessuno resta indietro.
Ciao Ulisse, scusa se non siamo arrivati in tempo.