linee guida del Piemonte

NOSTRA SEGNALAZIONE AL GARANTE DEGLI ANIMALI:

Buongiorno,

segnalo un’inesattezza nelle linee guida regionali: vi si riporta che le colonie feline su terreno privato sono totalmente a carico del privato, questo confligge con le leggi nazionali e regionali sul randagismo, per le quali le colonie feline sono a carico comunale, indipendentemente dall’ubicazione.
 
Nostra esperienza (una delle tante):
-abbiamo sterilizzato circa 30 gatti presso un’azienda eporediese, terreno di privato con notevoli possibilità economiche. Al momento del pagamento, nonostante avessimo inviato le linee guida, e nonostante ci fossimo presentati prima di cominciare le operazioni con un assessore, ci han risposto che le leggi non riportavano alcun obbligo in tal senso e non hanno pagato 
-ci siamo confrontati con un avvocato, giunto alle stesse conclusioni del privato
-ci siamo confrontati con altre associazioni e anche loro sostengono che le colonie siano sempre pubbliche, anche se site su terreno privato.
 
Cosa succede se un privato teme di dover pagare ? Allontana gli animali nella migliore delle ipotesi, altrimenti li avvelena.
 
In seguito alla conferenza “Trent’anni della legge 281/91. Analisi e prospettive future”, del 11.2.2022, indetta dal Garante degli Animali:
-i volontari delle associazioni sono stati invitati ad informarsi sulle leggi in vigore per applicarle correttamente. 
-sono stati altresì invitati molto caldamente dall’On. Procacci a fare esposti ai sindaci che non applichino le leggi per cui i partiti hanno duramente lottato. 
-si è poi registrato come non vi sia un tavolo di dialogo, anche se previsto dalla legge regionale: mi riferisco al Comitato Tecnico Regionale, che dovrebbe includere i rappresentanti delle associazioni. La dott.ssa Cellerino ha convenuto sul fatto che non abbia più molto senso parlare solo con grandi associazioni iscritte all’albo, perché non sempre rappresentative di tutte le realtà.
-la dott.ssa Innocenti, LAV, ha riportato come le linee guida regionali (non solo piemontesi) non rispecchino la realtà: alcune identificano una colonia solo se composta da 10 soggetti ad esempio, ma questo è disastroso per i piccoli Comuni che non hanno fondi: riescono a malapena a sterilizzare 4 o 5 gatti, figuriamoci 10. Inoltre è evidente che basti una femmina non gestita ad originare una colonia.  
 
Cosa chiediamo:
-un tavolo di confronto che porti all’aggiornamento delle linee guida, o alla loro abolizione, se prive di validità legale
-la sospensione immediata del loro uso da parte degli organi istituzionali, che devono basarsi sulle leggi in vigore, le uniche valide in un tribunale: se i sindaci e i cittadini ricevono informazioni non legalmente valide, chiaramente si creano problemi di attribuzione di responsabilità, in una situazione in cui nessun Comune vuole pagare, (tutti sostengono di non avere fondi, talvolta è vero).
 
Grazie per l’attenzione
 
 
RISPOSTA DEL GARANTE:
Oggetto: controllo delle nascite nelle colonie feline su suolo privato.

Gentile EporediAnimali,
la nota del Ministero della Salute con oggetto “Tutela dei gatti in libertà –
chiarimenti” a forma del dott. Borrello, protocollo DGSAF 0006019-P-07-03-2017
richiama quanto previsto dalla legge 281/91, ricordando che “i gatti che vivono in
libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e riammessi in
gruppo”.
Nella nota ministeriale si precisa che “La norma richiamata indica, come condizione
necessaria e sufficiente per la sterilizzazione da parte dell’autorità competente lo
status di “gatti liberi” non prevedendo restrizioni o limitazioni in base alle
caratteristiche del gruppo in cui l’animale vive, né all’estensione del territorio o al
titolo di proprietà del luogo (pubblico o privato) in cui lo stesso si è stabilito.
Di conseguenza, ferma restando la facoltà delle regioni di proporre una definizione di
“colonia felina”, deve essere rispettato il principio fondamentale che prevede la tutela
ed il controllo delle nascite di tutti i gatti liberi non riconducibili ad un proprietario.
In Piemonte, per scelta fortemente contrastata fin dalla sua emanazione anche dal
sottoscritto, la Regione ha delegato gli oneri finanziari derivanti dagli impegni della
legge 281/91 ai comuni, dei quali ben si conoscono le difficoltà finanziarie.
L’assegnamento ai comuni degli oneri economici è inserito nell’articolo 12 della legge
34/93 al punto 3 “Le spese per gli interventi di controllo della popolazione felina sono
a carico dei Comuni, singoli o associati”.
Il principio è ribadito dal DPGR 4359/93 della Regione Piemonte all’articolo 9
“Interventi di controllo sulla popolazione felina” al punto 2 “Particolare attenzione
dovrà essere rivolta ai problemi inerenti la riproduzione ed il controllo delle patologie
presenti. A tal fine, il Comune può fornire alle Associazioni che hanno in affidamento
colonie di gatti randagi la consulenza di un medico veterinario libero professionista
appositamente convenzionato, per gli interventi zooiatrici che si rendano necessari”.
In Piemonte, pertanto, l’impegno per il controllo delle nascite è stato delegato ai
comuni, ciò comporta problematiche periodicamente presentantesi per la
conosciuta difficoltà finanziaria delle amministrazioni locali.
Si deve peraltro considerare che l’effettuazione delle sterilizzazioni dei gatti ad opera
dei servizi veterinari porrebbe problemi gestionali di risorse localizzative e tecniche
operative.
La Nota ministeriale è assolutamente chiara nella sua scrittura laddove sottolinea che
qualunque sia la condizione delle colonie feline il principio fondamentale è il
controllo delle nascite.
Dalla lettura delle leggi si evince inequivocabilmente che le regioni sono tenute a
rispettare il dettato della legge 281/91 per quanto concerne il controllo delle nascite
dei gatti liberi, quindi in colonia, e come specifica la nota ministeriale citata il luogo di
insediamento della colonia non esime dal rispetto della legge.
Poiché la Regione Piemonte con la legge 34/93 e con il DPGR 4359/93 ha delegato i
comuni all’adempimento di quanto legiferato, ne consegue che i comuni devono
adeguarsi e attivarsi per mettere in atto le attività necessarie per il controllo delle
nascite.
Conseguentemente, allo stato attuale, la Regione non risulta direttamente coinvolta
nella gestione della problematica però potrebbe assumere una iniziativa legislativa
atta a riportare in capo alla sua responsabilità la questione della sterilizzazione dei
gatti delle colonie.
Purtroppo si constata che sia la legge 281/91 sia la l 34/93 non prevedono la
possibilità di sanzionare i comuni inadempienti per cui, oggettivamente, le forme di
rivalsa non potrebbero essere che qualche forma di ricorso giuridico con tutti gli
inconvenienti conosciuti di tali iniziative.
In qualità di Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte l’intervento
sarà una sollecitazione al Sindaco del comune interessato o ai Sindaci dei comuni
interessati, sottolineando proprio quanto prescritto dalle leggi in materia,
sollecitando una maggiore attività nel rispetto delle leggi.
A livello regionale l’impegno sarà di richiedere la previsione nel bilancio fondi
indirizzati ai comuni per supportare le operazioni di sterilizzazioni, in modo da
migliorare il sistema messo in atto dalle decisioni legislative.
Distinti saluti.